Nessuna novità sull’art. 27 bis della l. n. 114/2014 (c.d. ‘salva esclusi’).
Ad oggi non ci sono novità di rilievo per quanto concerne l’art. 27 bis della legge n. 114/2014, della cui approvazione abbiamo già parlato nella nostra newsletter n. 3.
Ricordiamo che la norma – rubricata “procedura per ristorare i soggetti danneggiati da trasfusione con sangue infetto, da somministrazione di emoderivati infetti o da vaccinazioni obbligatorie” – si rivolge ai soggetti esclusi dalla transazione.
Siamo dunque in attesa che il Ministero della Salute adotti un provvedimento che chiarisca e specifichi quali sono i requisiti, la tempistica e le modalità per potere aderire alla predetta procedura di transazione.
Quando ciò avverrà, lo Studio Lana Lagostena Bassi provvederà ad informare gli interessati, onde valutare insieme ai suoi Assistiti – case by case – l’opportunità e la convenienza dell’adesione a tale ‘proposta di equa soddisfazione’. Tale adesione costituisce un’alternativa alla prosecuzione dei giudizi eventualmente pendenti a livello nazionale e sovranazionale.
Sangue infetto: Presentato innanzi alla Corte Europea un nuovo ricorso collettivo.
Tenendo fede al proprio pluriennale impegno nella difesa dei contagiati da sangue infetto, lo scorso 27 settembre lo Studio Lana Lagostena Bassi ha presentato alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo un ricorso collettivo per cinquanta dei propri Clienti in cui ha denunciato le gravi discriminazioni subite da questi ultimi.
Infatti, tutti i ricorrenti sono vittime dirette o indirette – ove eredi – della condotta colposa omissiva del Ministero della Salute relativamente ai propri obblighi di ‘farmacovigilanza’ sulla diffusione e somministrazione di sangue infetto. Ciononostante, la maggior parte di essi è stata esclusa dalla possibilità di addivenire ad un accordo transattivo, tanto nel 2003 quanto nel 2007, laddove, invece, chi è stato ammesso – a ben sette anni dalla legge che ha previsto la seconda transazione – è ancora in attesa di una risposta circa la domanda di adesione all’epoca presentata.
Per tali motivi, è stata rilevata la violazione, da parte dello Stato Italiano, degli obblighi sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo relativamente (i) alla tutela del diritto alla vita, (ii) al diritto di accesso ad un giudice, (iii) al diritto ad un equo processo, (iv) al diritto al rispetto dei beni, (v) al diritto ad un rimedio effettivo, nonché (vi) al diritto a non subire discriminazioni.
Considerata la gravità delle violazioni lamentate, è stata richiesta la trattazione prioritaria del ricorso.
Si è tenuta stamattina la prima udienza del processo penale di Napoli per omicidio plurimo colposo.
A seguito del rinvio a giudizio di nove imputati (Guelfo Marcucci, Enzo Bucci, Giovanni Rinaldi, Faustino Boschi, Enrico Romano, Roberto Passino, Carlo Grassi, Anna Maria Tonsa e Francesco Degli Onofri), la prima udienza dibattimentale – che si sarebbe dovuta tenere oggi presso il Tribunale di Napoli – è stata rinviata al 29 dicembre prossimo.
Il Giudizio è stato infatti assegnato al Presidente della sesta sezione del Tribunale di Napoli, Dott.ssa Giovanna Ceppaluni.
Lo Studio Lana Lagostena Bassi prosegue il giudizio per la responsabilità precontrattuale.
In queste settimane – come comunicato a fine luglio scorso – lo Studio Lana Lagostena Bassi è impegnato nel raccogliere le procure e le adesioni di quanti intendano proseguire il giudizio promosso dinnanzi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio. Ricordiamo che si tratta di un’azione diretta ad ottenere il risarcimento del danno conseguente al ritardo con il quale la Pubblica Amministrazione sta gestendo la transazione.
Nei mesi scorsi, infatti, il TAR, riprendendo una recentissima sentenza del Consiglio di Stato, ha dichiarato che la domanda di risarcimento del danno da ritardo va ora proposta di fronte al giudice civile.
Pertanto, invitiamo gli interessati – che ad oggi non lo avessero ancora fatto – a contattare lo Studio.
Ovviamente, accanto a questa azione, prosegue il nostro impegno volto a sollecitare la Pubblica Amministrazione a dar seguito alle promesse di giustizia pubblicamente assicurate, fin dall’estate del 2009, mediante l’adozione di provvedimenti che attribuiscano a ciascuno il giusto dovuto a fronte della sofferenza subita.
Doppio cognome per i bambini: la Camera approva.
In data 24 settembre 2014, l’Assemblea della Camera ha approvato un testo unificato di alcune proposte di legge volto a modificare la disciplina di attribuzione del cognome ai figli introducendo il sistema del doppio cognome.
Cosa cambierà? In sostanza – qualora il progetto venisse approvato anche dal Senato – vi sarà la piena e massima libertà nell’attribuzione del cognome al proprio figlio, in tal modo eliminando la trasmissione obbligatoria del solo cognome paterno.
Alla nascita, il bambino potrà ricevere il cognome materno, paterno o entrambi a seconda di quanto decideranno i genitori.
Qualora però l’accordo non ci sia, il bambino assumerà il cognome di entrambi in ordine alfabetico. Tale disciplina si applicherà anche ai figli nati fuori del matrimonio e riconosciuti dai due genitori; tuttavia nell’ipotesi di riconoscimento tardivo da parte di un genitore, il cognome si aggiunge solo se vi è il consenso dell’altro genitore e dello stesso minore (se però ha almeno 14 anni).
Lo stesso trattamento riceveranno i figli adottati: un solo cognome da anteporre a quello originario è deciso in accordo dai coniugi, in mancanza, la strada da seguire è segue l’ordine alfabetico.
Chi ha due cognomi ne potrà trasmettere uno soltanto, secondo la sua volontà. Il maggiorenne che ha il solo cognome paterno o materno, con una semplice dichiarazione all’ufficiale di stato civile, avrà la possibilità di aggiungere il nuovo. Se però nato fuori del matrimonio, non potrà prendere il cognome del genitore che non l’ha riconosciuto.
Tale riforma è del tutto in linea con la sentenza del 7 gennaio 2014 con la quale la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per violazione dei diritti umani: secondo i giudici europei, infatti, “dare ai figli il cognome della madre è un diritto”.
Occorre specificare che tali norme non sono immediatamente operative: è infatti condizione necessaria per la loro entrata in vigore l’emanazione di un regolamento – che il Governo dovrà adottare al massimo entro un anno – allo scopo di adeguare l’ordinamento dello stato civile.
Nell’attesa, sarà però possibile (con l’accordo dei genitori) aggiungere il cognome materno a quello paterno.
Al via la XVa edizione del corso di specializzazione sulla tutela europea dei diritti umani.
Anche quest’anno l’Avv. Anton Giulio Lana – Segretario Generale dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani (UFTDU) – parteciperà, in qualità di coordinatore e docente, al corso annuale di specializzazione sulla tutela europea dei diritti umani, patrocinato dal Consiglio d’Europa nonché dalla Commissione per le Adozioni Internazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il corso, ormai alla sua quindicesima edizione, si svolgerà nel mese di novembre e vedrà la partecipazione dei massimi esperti in materia, quali, tra gli atri: Guido Raimondi, Giorgio Gaja, Enzo Cannizzaro, Francesco Crisafulli, Filippo Donati, Lucia Tria, Paolo Cancemi, Maurizio De Stefano, Andrea Tamietti, Vittorio Manes e Andrea Saccucci.
Il programma del corso è disponibile sul nostro sito o cliccando QUI.