Sangue infetto: nessuna novità dal Ministero della Salute su equa riparazione e transazione.
Procedono a rilento, rispetto alla tabella di marcia, gli invii delle lettere di proposta dell’equa riparazione di cui all’art. 27 bis della legge n. 114/2014, (la c.d. norma “salva esclusi”) e ci risultano comunque fermi, allo stato, i pagamenti nei casi di accettazione della proposta da parte dei danneggiati.
Tutto tace e non vi sono novità, poi, per quanto concerne la transazione prevista dalle leggi nn. 222/2007 e 244/2007, che di fatto è bloccata.
Ribadiamo che il tutto comporta una duplice responsabilità in capo al Ministero della Salute, la cui condotta determina, da un lato, l’ulteriore procrastinarsi dell’attesa per i danneggiati di un ristoro per i gravi danni patiti e, dall’altro, maggiori spese a carico dell’Amministrazione, con conseguente danno erariale, per la mancata definizione in via transattiva delle controversie pendenti dinanzi alle istanze nazionali ed internazionali.
Epatite C: ulteriori sviluppi della ricerca scientifica.
Prosegue la ricerca medica per la cura del virus dell’HCV: ad oggi, circa il 90% dei contagiati può guarire con i nuovi farmaci anti-epatite cronica C, ma nel 10% dei casi – riferisce Antonio Craxi, professore di gastroenterologia all’Università di Palermo – i medicinali sono inefficaci ed esistono categorie di malati escluse a priori dalla somministrazione per incompatibilità dei principi attivi con le condizioni cliniche dei pazienti.
Il virus dell’epatite C ha 7 genotipi, con diverso corredo genetico. In Italia il 60% degli infetti ha il genotipo 1b, il 10% l’1a, il 15% il 3, il 5-10% il 4 e 5-10% il 2. I genotipi 5, 6, 7 sono molto rari. I farmaci colpiscono gli enzimi che consentono al virus per replicarsi. I pazienti infettati da virus particolarmente resistenti – di genotipo 3, ad esempio – non rispondono alle attuali terapie in commercio. I malati per i quali le predette cure presentano delle controindicazioni sono, invece, quelli più compromessi, con problemi renali o con cirrosi grave.
È in relazione alle predette categorie escluse dai benefici degli attuali farmaci che la ricerca scientifica deve essere ulteriormente approfondita, al fine di offrire valide alternative terapeutiche attraverso una combinazione di principi attivi adeguata alle diverse situazioni cliniche.
Alla luce di quanto premesso, auspichiamo che lo Stato possa stanziare ulteriori finanziamenti alla ricerca scientifica in tale ambito, così da poter garantire a tutti una cura adeguata a debellare l’infezione che, in molti casi, è stata contratta a causa dell’inadempimento dell’obbligo di farmacovigilanza da parte dell’Amministrazione.
La Francia chiede la deroga alla Convenzione europea a seguito degli attentati di Parigi.
Il 25 novembre 2015, le autorità francesi hanno informato il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, che, a seguito degli attacchi terroristici a Parigi dello scorso 13 novembre, intendono avvalersi della deroga immediata e temporanea di alcuni obblighi derivanti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), eventualità prevista all’articolo 15 nel caso di guerra o di altro pericolo pubblico “che minacci la vita della nazione stessa”. Nonostante la misura eccezionale adottata in relazione allo stato di emergenza dichiarato in Francia, la Convenzione rimarrà comunque in vigore in questo paese.
Ad oggi, nessuna autorità del Consiglio d’Europa si è pronunciata in merito alla decisione francese, che potrebbe essere messa in discussione dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) nel caso in cui ritenesse la misura ingiustificata.
Si ricorda comunque che alcuni articoli sono tuttavia inderogabili: si tratta del diritto alla vita (articolo 2), del divieto di tortura e di trattamenti disumani e degradanti (articolo 3), del divieto di schiavitù e di servitù (articolo 4, par. 1) e del principio nulla poena sine lege (articolo 7). Lo Stato che invoca la deroga deve comunicare la durata e la cessazione del periodo di deroga. Inoltre, spetta alla Corte, a seguito di ricorsi individuali, verificare che i criteri siano stati rispettati.
Corte europea: il divieto di indossare il velo sul lavoro non è contrario alla Convenzione.
Il 26 novembre 2015, la Corte EDU ha aggiunto un nuovo capitolo alla sua giurisprudenza sul velo islamico, avallando il mancato rinnovo di un contratto in un ospedale pubblico sulla base del rifiuto della ricorrente di togliersi il velo. Nel caso Ebrahimian c. Francia, i giudici di Strasburgo hanno infatti dichiarato che la Francia non aveva violato l’articolo 8 (che tutela diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione, in quanto non è stato oltrepassato il margine di discrezionalità nel decidere di far prevalere l’esigenza di neutralità e imparzialità dello Stato, rispetto alle convinzioni religiose della ricorrente. La Corte ha rilevato, in particolare, che portare il velo era stato considerato dalle autorità come una manifestazione ostentativa di religione che era incompatibile con l’esigenza di neutralità spettante ai pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni e che tale valutazione non è suscettibile di rilievo.
Strasburgo condanna la Turchia per l’oscuramento di YouTube.
In data 1 dicembre 2015, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato nuovamente la Turchia per il blocco di siti internet, e questa volta in particolare per l’oscuramento del famoso hosting di video YouTube.
Con sentenza Cengiz e Altri c. Turchia, nell’accertare la violazione dell’art. 10 CEDU, la Corte ha dichiarato che YouTube, in qualità di sito web in cui gli utenti possono caricare, visualizzare e condividere video, costituisce senza dubbio un importante mezzo per esercitare la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee. La Corte ha infatti ricordato che le informazioni politiche ignorate dai principali media sono state spesso divulgate attraverso YouTube, grazie al quale si è nel tempo creato una sorta di giornalismo cittadino (‘journalisme citoyen’) che non può essere censurato senza valideragioni.
Incontro sulle adozioni internazionali tra CNF, Commissione per le adozioni internazionali e delegazione dell’Autorità centrale russa.
Il prossimo 9 dicembre, si terrà a Roma, presso la sede del Consiglio nazionale forense, un incontro istituzionale tra il CNF, la Commissione per le adozioni internazionali e la delegazione dell’autorità centrale russa in materia di adozioni internazionali.
In occasione della visita della delegazione russa presso l’autorità centrale italiana, che ha lo scopo di rafforzare la collaborazione tra i due paesi in materia di adozioni internazionale e di tutela dei minori, l’evento intende approfondire tali tematiche tramite un raffronto comparato degli ordinamenti dei due paesi, oltre che sul piano della normativa europea e internazionale.
All’incontro parteciperanno il Presidente del CNF, Andrea Mascherin, la Presidente della Commissione per le Adozioni internazionali, Silvia Della Monica, il Consigliere del CNF, Francesco Caia, il Segretario Generale dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani, Anton Giulio Lana e i delegati dell’autorità centrale della Federazione russa.
L’Avv. Anton Giulio Lana interviene al seminario di specializzazione “Il percorso post-adottivo” a Firenze.
Dal 15 al 17 dicembre 2015, si svolgerà a Firenze il seminario di specializzazione “Il percorso post-adottivo” nell’ambito della formazione nazionale per le adozioni internazionali organizzata dalla Commissione per le adozioni internazionali in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti di Firenze. Il percorso di specializzazione si articola in un’unica fase di tre giornate formative e si svolgerà a Firenze presso il Residence Ricasoli.
L’Avv. Anton Giulio Lana parteciperà alla sessione mattutina della 1° giornata del seminario, portando il proprio contributo alla discussione e sottolineando nel proprio intervento – “La legislazione europea in materia di adozioni” – il ruolo che la normativa europea assume in questa fase, ai fini del miglior inserimento sociale possibile.
Nel corso del seminario saranno approfondite le tre aree tematiche che più sono al centro dell’attenzione: l’inserimento scolastico post-adozione, il benessere adolescenziale riferito in particolare alla condizione adottiva, e la ricerca delle origini.
Per accompagnare sempre meglio il radicamento dei servizi dedicati alle adozioni internazionali in Italia, la Commissione per le Adozioni Internazionali, e l’Istituto degli Innocenti di Firenze, proseguono infatti anche nel 2015 un impegno formativo che si rinnova negli anni. Con il crescere delle decine di migliaia di bambini e ragazzi adottati quantomeno a partire dal 2000, il post-adozione –che coincide tout court con il percorso di crescita adottiva che parte in genere dall’ingresso del bambino adottato in Italia- è sempre più spesso al centro dell’attenzione nei diversi contesti che si occupano di adozioni internazionali.
Il programma dell’evento è disponibile qui.
Incontro con la delegazione dell’Autorità Centrale etiope per le adozioni internazionali.
L’ 11 novembre 2015 il nostro Studio Legale Lana – Lagostena Bassi ha avuto il piacere di ospitare la Commissione per le adozioni internazionali, presieduta dalla Cons. Silvia Della Monica, e una delegazione dell’Autorità Centrale dell’Etiopia in materia di adozioni internazionali, per un incontro di lavoro e di approfondimento sullo status delle adozioni e della tutela dei minori nelle relazioni tra i due paesi.
L’occasione ha consentito di rafforzare i rapporti di proficua collaborazione per la tutela dei diritti fondamentali dei minori e, in un clima di cordialità e amicizia, affrontare le problematiche che si pongono nell’adozione di bambini etiopi. Durante l’incontro si sono approfonditi i temi dell’accoglienza e delle cure dei bambini adottati e dell’attuazione di metodologie uniformi di lavoro al fine di creare una sempre più stretta collaborazione tra l’Italia e l’Etiopia.
La delegazione etiope ha espresso grande apprezzamento per l’accoglienza ricevuta da parte dello Studio e dell’Autorità centrale italiana ed ha mostrato grande interesse ed entusiasmo per il programma delle attività dei lavori concordati con la Commissione.
Corso di specializzazione sulla tutela europea dei diritti umani.
Venerdì 4 dicembre p.v., si chiuderà la XVI edizione del Corso di specializzazione sulla tutela europea dei diritti umani, organizzato dall’Unione forense per la tutela dei diritti umani, con il patrocinio del Consiglio d’Europa, della Commissione per le adozioni internazionali e del Consiglio Nazionale Forense.
Il corso si è articolato in una serie di quattro incontri, della durata di tre ore ciascuno, tenutisi il venerdì a partire dal 13 novembre 2015 presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), Aula Parlamentino, Viale Davide Lubin 2, Roma.
I relatori dell’ultima lezione saranno il Prof. Vittorio Manes, Andrea Tamietti, referendario della Corte europea e Matteo Fiori, funzionario presso l’Ufficio dell’esecuzione delle sentenze della Corte EDU del Consiglio d’Europa.
L’evento è destinato a tutti coloro che intendano conseguire una specializzazione sul tema della tutela europea dei diritti umani.
Il programma è disponibile qui.