Processo penale per le vittime del sangue infetto: Poggiolini “capace di partecipare al processo”.
Lo scorso 15 settembre si è tenuta innanzi al Tribunale penale di Napoli una nuova udienza del processo per lo scandalo del sangue infetto contro l’imprenditore toscano Guelfo Marcucci, amministratore e manager dell’omonima azienda farmaceutica italiana di prodotti emoderivati, nonché contro l’ex direttore generale del Servizio farmaceutico della Sanità, Duilio Poggiolini.
Il Giudice della VI sezione penale, Dott.ssa Giovanna Ceppaluni, doveva pronunciarsi in ordine alla capacità di partecipare al processo di entrambi, come noto, imputati per omicidio colposo plurimo aggravato, in relazione ai danni causati dall’utilizzo di sangue e farmaci emoderivati infetti.
Il Giudice, in risposta all’eccezione sollevata dai legali dei due imputati che sostenevano la loro incapacità di partecipare al processo per gravi ragioni di salute, ha concluso ritenendo unicamente Poggiolini in grado di presenziare coscientemente al giudizio disponendone la prosecuzione e ha invece escluso che Guelfo Marcucci avesse la capacità di partecipare al processo.
Gli Avvocati dello Studio Lana-Lagostena Bassi, costituiti parte civile nel suddetto procedimento nell’interesse dei propri assistiti, esprimono la loro soddisfazione in ordine a tale decisione con l’auspicio di una “giustizia” per le vittime del sangue infetto.
Sangue infetto: la norma c.d. “salva esclusi” è inefficace.
Ad oltre un anno dall’entrata in vigore della legge n. 114/2014, la c.d. norma “salva esclusi” di cui all’art. 27 bis della predetta legge si sta rivelando del tutto priva di efficacia, poiché non è stata – e non è tutt’ora – in grado di garantire un’equa riparazione ai soggetti contagiati dalla somministrazione di sangue e/o emoderivati infetti.
Invero, la citata norma avrebbe dovuto provvedere al risarcimento, seppur limitato e sicuramente non congruo, nella misura forfettaria di € 100.000, dei danneggiati in possesso di requisiti prestabiliti (quali esistenza di un danno ascrivibile alle categorie di cui alla tabella A annessa al d.P.R. n. 834/1981, e del nesso causale tra il danno e la trasfusione), e per l’effetto, ridurre il contenzioso ad oggi ancora pendente nei confronti del Ministero della Salute.
Tuttavia, tale procedura è rimasta priva di efficacia a causa dell’ennesima inadempienza dell’Amministrazione, alla quale spetta, ai sensi dell’art. 27 bis, l’onere di inviare la missiva con allegato il modello, in cui è chiesto agli interessati di sottoscrivere l’accettazione dell’equa riparazione di cui al citato articolo, rinunciando, al contempo, ai giudizi instaurati per ottenere il risarcimento del danno, nonché all’esecuzione di eventuali titoli esecutivi già esistenti.
Tutto ciò comporta una duplice responsabilità in capo al Ministero della Salute, la cui condotta determina, da un lato, l’ulteriore procrastinarsi dell’attesa per i danneggiati di un ristoro per quanto patito e, dall’altro, maggiori spese a carico dell’Amministrazione, con conseguente danno erariale, per la mancata definizione in via transattiva delle controversie pendenti dinanzi alle istanze nazionali ed internazionali.
Nonostante i ripetuti solleciti dello Studio Lana Lagostena Bassi, al momento, il Ministero sembra aver interrotto la procedura di cui all’art. 27 bis, omettendo l’invio delle missive e del modulo necessari per l’adesione da parte degli interessati.
I nostri assistiti che, invece, dovessero ricevere tale comunicazione dal Ministero, potranno mettersi in contatto con lo Studio.
Strasburgo: non sussiste un obbligo per le corti nazionali di sollevare questione di legittimità costituzionale!
La Corte EDU, in data 18 settembre 2015, si è pronunciata sul caso Renard c. Francia in ordine al ricorso di tre cittadini francesi e di una banca con sede a Marsiglia i quali lamentavano la violazione degli artt. 6 e 13 CEDU – rispettivamente “diritto ad un equo processo” e “diritto ad un ricorso effettivo” – a causa del rifiuto della Corte di Cassazione di sollevare al Conseil constitutionnel una serie di questioni pregiudiziali di legittimità costituzionale riguardanti alcune disposizioni applicate ai ricorrenti nel corso di un procedimento penale interno, nel quale gli stessi erano imputati.
Nel corso di questo procedimento, i ricorrenti avevano sollevato una questione di legittimità costituzionale, contestando l’incoerenza fra alcune disposizioni del Codice di procedura penale – come interpretate dalla stessa Corte di Cassazione – e i diritti e le libertà garantite dalla Costituzione.
Secondo i ricorrenti, la Corte di Cassazione, rifiutandosi – senza un’adeguata motivazione – di deferire la questione di legittimità al Consiglio Costituzionale, aveva sostituito la propria valutazione a quella del Consiglio Costituzionale. Sostenevano, inoltre, che la Cassazione aveva violato il dovere di imparzialità nel momento in cui si era pronunciata su una questione di legittimità costituzionale attinente alla propria giurisprudenza.
La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha affermato che, sebbene sia prevista dalla legislazione nazionale francese la possibilità di contestare la compatibilità di una disposizione normativa con i diritti e le libertà contenuti nella Costituzione, ciò non presuppone l’obbligo per la Corte di Cassazione e per il Conseil d’État di deferire la questione al Consiglio Costituzionale, laddove questa venga considerata infondata. Le corti nazionali, quindi, godono di un margine di apprezzamento per quanto concerne l’accesso al Consiglio Costituzionale.
I giudici di Strasburgo, nel caso di specie, hanno ritenuto che il rifiuto della Corte di Cassazione di sottoporre la questione costituzionale non sia stato né immotivato né arbitrario, dal momento che tale decisione è stata presa basandosi sui criteri fissati dall’Institutional Act del 10 dicembre 2009.
Sulla base dei suddetti motivi la Corte EDU ha quindi dichiarato il ricorso inammissibile, poiché manifestamente infondato.
Intervento dell’avv. Melillo al Convegno “Responsabilità civile e penale. Danni lungolatenti – sangue infetto” di Lamezia Terme.
Venerdì 2 ottobre 2015, l’Avv. Mario Melillo parteciperà al Convegno “Responsabilità civile e penale. Danni lungolatenti – sangue infetto”, tenendo una relazione sul tema “Lo scomputo dell’indennizzo ex L. 210/1992 e successive modifiche: dal risarcimento del danno da responsabilità aquiliana”.
Il convegno si terrà presso l’ex Sala Consiliare Sambiase a Lamezia Terme e prevede un dibattito finale aperto a tutti i partecipanti sulla annosa vicenda che vede coinvolto il nostro studio da svariati anni, avendo per primo intrapreso questa ventennale battaglia giudiziale.
Cliccando qui è possibile visionare la locandina del convegno.
L’avv. Lana partecipa al Congresso nazionale “Persone, relazioni familiari, responsabilità e danni. Strumenti di tutela nel cammino dei diritti fondamentali”.
Il 15 ottobre 2015 l’Avv. Anton Giulio Lana parteciperà, in qualità di relatore, al Congresso nazionale “Persone, relazioni familiari, responsabilità e danni. Strumenti di tutela nel cammino dei diritti fondamentali”, organizzato dall’associazione CamMiNo, discutendo in tema di “Responsabilità dello Stato nella tutela delle relazioni.
Il Congresso si svolgerà presso l’Hotel Vittoria di Brescia dal 15 al 17 ottobre 2015.
Potete visionare il programma dell’evento al seguente link.
L’avv. Lana partecipa al Convegno “Diritti dei popoli: solidarietà, cooperazione, futuro”.
Il 24 ottobre 2015 l’Avv. Anton Giulio Lana, con una relazione sul tema “Geopolitica e diritti umani” parteciperà, in qualità di relatore, al Convegno “Diritti dei popoli: solidarietà, cooperazione, futuro” – promosso a Napoli in occasione del 70esimo anniversario della fondazione delle Nazioni Unite – che si prefigge di rappresentare un’occasione pubblica di riflessione multidisciplinare su come affrontare la sfida fondante la nascita dell’ONU: l’impegno condiviso per la protezione di esseri umani, in condizioni di vulnerabilità o di grave pregiudizio ed emarginazione.
Saranno presenti all’iniziativa, oltre al sindaco Luigi De Magistris, la Presidente della Commissione per le adozioni internazionali, Cons. Silvia Della Monica, e la portavoce dell’UNHCR, dott.ssa Carlotta Sami.
Corso di specializzazione sulla tutela europea dei diritti umani.
Sono aperte le iscrizioni per la XVI edizione del Corso di specializzazione sulla tutela europea dei diritti umani, organizzato dall’Unione forense per la tutela dei diritti umani, con il patrocinio del Consiglio d’Europa, della Commissione per le adozioni internazionali e del Consiglio Nazionale Forense.
Il corso si articola in una serie di quattro incontri, della durata di tre ore ciascuno, che si terranno il venerdì a partire dal 13 novembre 2015 presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), Aula Parlamentino, Viale Davide Lubin 2, Roma.
Tra i relatori, il giudice Giorgio Gaja, il giudice Robert Spano, il Prof. Enzo Cannizzaro, l’Avv. Anton Giulio Lana, il Prof. Vittorio Manes ed il Prof. Andrea Saccucci.
L’evento è destinato a tutti coloro che intendano conseguire una specializzazione sul tema della tutela europea dei diritti umani.
Il programma e le modalità di iscrizione sono disponibili qui